Nel 1898, negli Stati Uniti, uscì la novella “Madame Butterfly” di John Luther Long, autore americano allora trentasettenne. Due anni dopo David Belasco, drammaturgo e regista anche lui americano, ne trasse una tragedia in un atto, che Giacomo Puccini vide a Londra, ne rimase affascinato e decise di trasformarla in opera. “Madama Butterfly” debuttò al Teatro alla Scala di Milano nel 1904; Giuseppe Giacosa e Luigi Illica scrissero il libretto, e La Lettura del Corriere della Sera pubblicò la traduzione italiana della novella di Long.
Madame Butterfly è una tragedia dell’attesa e della solitudine che si compie in riva al mare, dove la protagonista si strugge sperando nel ritorno di B. F. Pinkerton, tenente della Marina degli Stati Uniti, che l’aveva presa in sposa come per gioco, e abbandonata subito dopo. Nel romanzo – insieme a un finale diverso – emerge fortemente la prepotenza della cultura americana su quella giapponese, rappresentata dalla fragile “farfalla” Cio Cio-san.
La nostra Butterfly è ambientata su una piccola altura alla Spiaggia dello Spolverino, sul fiume Ombrone, che gli spettatori raggiungono dopo un’ora di viaggio in canoa. Il testo è un adattamento della novella di Long, le musiche sono in parte originali e in parte libere reinterpretazioni dall’opera pucciniana.
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Dal racconto di John Luther Long da cui
Giacomo Puccini trasse l’opera
Con Sara Donzelli voce recitante
Stefano Cocco Cantini pianoforte e sassofoni
Trasporto in canoa a cura di Coop. Silva
Cura scenica Giorgio Zorcù